Arte, cultura, tradizioni e storia

L'antico ponte romano con le torri: uno spettacolo tutto faentino

Chi si trova a visitare Faenza può approfittare dell’occasione per scoprire il ponte romano sul fiume Lamone che a metà del XIII secolo crollò per essere successivamente rifatto impiegando gli stessi blocchi di pietra. Fortificato ulteriormente da Francesco Manfredi nel secolo successivo con la costruzione di due torri, una delle quali messa a cavallo del secondo pilone, il ponte era a tre arcate e lungo circa settantadue metri e largo quasi sei esclusi i parapetti, mentre dalla parte che guarda il monte, i due piloni che si trovano al centro del ponte presentavano dei frangiflutti.

In origine la pavimentazione era costituita da un acciottolato e prevedeva due stretti marciapiedi laterali in sasso mentre i parapetti erano alti e fatti in mattone e prevedevano sia feritoie che cannoniera; la torre che si trovava al lato della cittadina di Faenza serviva anche da Porta della città con la sua altezza di oltre ventisette metri e ben due piani interni di cui il primo occorreva da sala di manovra per la saracinesca che provvedeva alla chiusura della porta mentre l’altro, dove erano presenti alcune feritoie, conduceva fino al terrazzo merlato dal quale poter dominare i dintorni. Fu solo nel XV secolo che la Porta Ponte fu connessa alle mura Manfrediane grazie a due tratti di muro sempre merlato che permettevano l’unione dei due elementi. 

La torre centrale aveva la stessa struttura dell’altra ma la sua altezza era di ventiquattro metri. Ambedue i torrioni verso la fine del XVI secolo furono ricoperte con tetti che appoggiavano sopra i merli preesistenti ma nel 1721 furono nuovamente rifatti i coperti mentre all’inizio del Ponte che da vero il Borgo, una Prospettiva fatta con lesene e avente una balaustra in sasso fu costruita qualche anno più tardi; verso la fine del Settecento tutta la costruzione subì un integrale restauro che venne affidato a Giuseppe Pistocchi.

All’interno del primo piano della torre di Porta Ponte alla fine del Settecento venne collocata la pesa dei fieni, mentre nei primi anni dell’Ottocento la casa del custode che si trovava affianco della prima torre dalla parte che guardava S. Ippolito, fu venduta a dei privati. Fu nel settembre del 1842 che una piena del Lamone causata da oltre 60 ore di intensa pioggia, provocò la fine di questo ponte anche se la prima torre non presentò alcun danno: ma furono i vicini, temendo un improvviso crollo, a sollecitare il Comune nel volerla demolire cosa che fu fatta mentre fu ripristinata, attraverso un cancello, la cinta daziaria e nel 1864 addirittura costruite due locali da destinare al Corpo di Guardia e alla Ricevitoria e furono abbattute le casette che poggiavano alle mura.

L’anno 1865 vide la costruzione di un ponte di ferro sotto un progetto dell’ing. Neville che sostituì il ponte crollato con un’ardita struttura a campata unica che rimase in essere fino alla seconda guerra mondiale. Nel 1905 la cinta daziaria smise di essere e di conseguenza fu eliminato il cancello e la cortina ridotta a semplice parapetto al fine di permettere la vista della più interessante Casa Bartoli e questo determinò la fine di Porta Ponte che lasciò il posto ad un semplice piazzale.

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