Arte, cultura, tradizioni e storia

La Ceramica: una storia lunga come quella della città di Faenza

La ceramica a Faenza è antica quasi come la città: e non poteva essere diversamente, se le terre intorno alle mura, sono piene di argilla, di quella buona, adattissima alla tornitura anche se le prime espressioni di reperti importanti sono stati registrati intorno all'Anno Mille. Certo, il primo mercato è stato quello locale, l'uso domestico, per mangiare, ma non dimeno arrivarono quasi subito i piatti da "pompa", coi decori, per le famiglie della nobiltà e della borghesia.

Faenza e la sua ceramica ha seguito le orme di tutte le "capitali” italiane del settore: una prima produzione "copiata" da esperienze altrui, e poi l'esplosione della originalità, che ancora oggi la contraddistinguono dalle altre produzioni. Nel medioevo sbocciò l’interesse per la rappresentazione di animali fantastici insieme a quella di stemmi delle famiglie, che volevano così dimostrare ricchezza e superiorità, seguite poi da "fotogrammi" di storie classiche, greche e romane.

Il Rinascimento ebbe il suo influsso anche nelle maioliche faentine: la commistione culturale con le altre città italiane avevano cambiato il gusto dei maestri, passando ad un linguaggio meno onirico e goticheggiante, verso la forma "italiana" che privilegiava il filone delle storie coeve, italiane, appunto.

Essendo un'espressione d'arte pura, la ceramica faentina ha una storia lunghissima, frutto della sensibilità complessiva del territorio, per un prodotto di qualità, conosciuto nella Penisola e all'estero con il nome di "Faience".

Non solo arte, però: la ceramica, e tutti i faentini lo sanno, è anche tecnologia applicata, che si sviluppò, nello specifico nella Fabbrica dei Conti Ferniani, dove si esplorarono nuove frontiere per l'epoca anche rivoluzionarie. A chi non consce la storia della città potrebbe dire poco la tecnica del "piccolo fuoco" o la "terraglia", che denotano invece una tensione innovatrice in un mondo che solo apparentemente è sempre eguale.

La riscoperta delle antiche tecniche, fu il tentativo abbastanza riuscito nel suo complesso di superare le ricorrenti tensioni del mercato, che poi sfociò nella realizzazione di una raccolta prestigiosa, quella del MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche, che di fatto ha "codificato" un percorso di quell'arte in Faenza.

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