Arte, cultura, tradizioni e storia

La Torre di Oriolo dei Fichi a Faenza

Particolare è la Torre che si trova ad Oriolo dei Fichi, piccolo nucleo ad una decina di chilometri a sud-est di Faenza. Il piccolo borgo che la caratterizza, è il nucleo storico che include una parrocchiale intitolata a Sant’Apollinare (quella che si vede ora è stata ricostruita dopo la seconda guerra mondiale) e una piazzetta di forma triangolare che ospita pochi residenti. Tutto intorno al borgo ed alla sua antica torre, si dipanano le colline faentine che sono maggiormente coltivate a vigneti che, grazie alle peculiarità del terreno e al clima di questo territorio, regala uve pregiate dalle quali si ricavano vini come il Sangiovese, l’Albana, il Famoso ed il Centesimino. 

Chi vuole conoscere la Torre di Oriolo dei Fichi deve sapere che questa è alta 17 metri che si elevano dal terreno che, però, ne include altri 11 metri interrati. La sua forma è quella di un irregolare esagono con lati lunghi circa nove metri e che questa particolare forma è detta a ‘doppio puntone’ per il fatto che la torre è dotata di due punte ad angolo retto che guardano il sud ed il nord, mentre gli altri angoli sono ottusi. Nulla di strano per gli amanti delle geometria ma veramente inconsueto per chi non mastica la materia, se girando intorno alla costruzione, questa – a seconda degli lati ed angoli visibili - appaia a volte ottagonale e a volte quadrata. La torre è costituita da una muratura di quasi tre metri di spessore realizzata in mattoni e con riempimento a sacco in sassi e calce che si allungano per ben sei piani a partire da quello basso. 

Nell’interrato, oltre alla fossa di scarico che raccoglieva rifiuti e quanto prodotto da quattro latrina, si trova la cisterna che ospitava l’acqua piovana attraverso delle tubature in cotto che si trovano all’interno dei muri. Questi due vani al piano inferiore sono inaccessibili anche se è possibile vederli da delle aperture dall’alto. 

Salendo al livello superiore c’è una sala rettangolare nel seminterrato che era utilizzata come deposito di provviste e dove, in una parete, si trova l’antico forno per il pane. Da questo livello comincia la scala a chiocciola che ha come base, il pozzo dal quale si poteva attingere l’acqua raccolta nella cisterna. Pur essendo al terzo livello, ci troviamo in corrispondenza dell’ingresso dove si trova la stanza delle guardie e dove ci sono due postazioni di tiro. Salendo al quarto livello c’è la sala del castellano caratterizzata da un grande camino. In origine, da questa sala si aprivano due piccoli ponti levatoi – che oggi non ci sono più - che permettevano l’accesso ai camminamenti che si trovano sulle mura della rocca (anche queste sparite da tempo).

Salendo di un livello si accede in un corridoio a forma pentagonale che presenta quattro postazioni di tiro e, al centro, una polveriera coperta con una volta a vela costituita da mattoni posti a spina di pesce. Il sesto livello conclude la scala a chiocciola nella ottocentesca torretta dalla quale si esce sul terrazzo dove è possibile ammirare la vicina Faenza ma anche Ravenna, Forlì, il colle di Bertinoro e una parte dell’Appennino

Chi vuole visitare la torre deve sapere che è aperta tutti i sabati e le domeniche pomeriggio da metà marzo a metà ottobre, con ingresso ed offerta libera.

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