Enogastronomia

Il Pagadebit: un vino storico ancora oggi presente sulla tavola dei romagnoli

Chi si è recato in Romagna, forse ha sentito parlare del Pagadebit che è un vino bianco formato almeno dall’85% dal vitigno Bombino bianco. Il suo curioso nome significa ‘paga debiti’ ed il vitigno è chiamato anche ‘straccia cambiale’. E’ diventato un prodotto DOC nel 1989 grazie ai vitigni coltivati nella provincia di Forlì-Cesena e suddiviso in quattro categorie che sono: Pagadebit di Romagna amabile, Pagadebit di Romagna secco, Pagadebit di Romagna Bertinoro amabile e Pagadebit di Romagna Bertinoro secco. 

Il nome così particolare lo si deve al fatto che anche nelle annate più magre a livello di vendemmia di altri vitigni, questo Pagadebit aveva una resa più che buona tanto da permettere al vignaiolo di pagare i debiti contratti dalla sua azienda. Oltre alla resa è anche grazie alla sua dura buccia, capace di resistere ottimamente al freddo (a differenza di altri vitigni più fragili) che garantisce sempre una buona vendemmia. La disciplinare della DOC hanno determinato una esatta zona di produzione che include 14 comuni nella provincia di Forlì-Cesena, 5 comuni nella provincia di Ravenna e 10 comuni nella provincia di Rimini. 

Il Pagadebit offre al palato, distinguibili sentori floreali qualsiasi sia la sua tipologia, dove si evidenzia un sottogusto di biancospino. Risulta idealmente coniugabile con piatti leggeri in particolare zuppe, vellutate, paste in bianco e pesce. Le uve di Bombino Bianco sono originarie del Tavoliere delle Puglie che furono importate a Ravenna dai Bizantini che avevano chiamato a raccolta gli scalpellini di Trani per la lavorazione del marmo. Nel nostro presente il Pagadebit di Romagna DOC non viene più sfruttato per pagare i debiti ma solo per essere degustato in ogni occasione e se questo è ancora possibile, lo si deve ai viticoltori di Bertinoro che ne hanno salvato il vitigno durante gli anni Sessanta. 

Il fatto di essere dotato di un basso tasso alcolico, regala un’eccezionale freschezza al palato che richiama la gentilezza e la complessità della classica Albana. Il Pagadebit si presenta di colore leggermente paglierino con riflessi che passano dal verdognolo all’oro e, come per altri bianchi, va degustato ad una temperatura di 8-10°.

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