Arte, cultura, tradizioni e storia

Palazzo Milzetti di Faenza: un palazzo museo ricco di arte e cultura della tradizione

Palazzo Milzetti a Faenza ospita il Museo Nazionale dell’età neoclassica in Romagna: ragione di questa location è proprio il palazzo che offre una significativa panoramica dello stile neoclassico in tutto il suo splendore. Questo lo si deve ad un lavoro di ristrutturazione di un edificio più antico, che avvenne tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX ed esattamente dal 1792 al 1808 e che vide i migliori artisti del neoclassicismo italiano, operare all’interno del Palazzo Milzetti. Gli interventi si devono agli architetti Antolini e Pistocchi, ai plastificatori Graziani e Tretanove e al pittore Giani il risultato che è visibile ai giorni nostri con tanto di arredo originale.

Nel 1974 lo Stato decise di acquistare Palazzo Milzetti e dal 1984 è gestito direttamente dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Bologna: si tratta di un palazzo museo (dal 2001 diventato museo nazionale) che è una preziosa testimonianza dello stile neoclassico che contaminò positivamente la Romagna a cavallo tra il Sette e Ottocento. 

Questa veste architettonica sicuramente fu commissionata dal conte Milzetti all’architetto Pistocchi - al quale aveva già affidato la ristrutturazione delle vecchie Poste che si trovavano sul corso di Porta Imolese - con l’incarico di ristrutturare un agglomerato di antiche case Milzetti che erano state danneggiate da un terremoto nel 1781. L’architetto progettò quello che divenne un edificio di un unico blocco e che sarebbe stato caratterizzato dallo stile neoclassico con l’edificazione di una facciata e con la risistemazione strutturale dei fabbricati preesistenti e questo giustifica l’asimmetrico progetto.

Pistocchi non ebbe modo di terminare il suo lavoro perché le sue dichiarate simpatie per i francesi lo condussero alla prigione di San Leo per volere dello Stato Pontificio e, quando fu rimesso in libertà, i lavori erano stati già affidati all’architetto Antolini. La ristrutturazione proseguì anche dopo la morte del vecchio conte Milzetti per volere del figlio che vide il completamento dello scalone e del grande salone del piano nobile, gli affreschi di Felice Giani che cominciò a lavorare al palazzo a partire dal 1802 fino al 1805. E’ a questo artista che si deve l’invenzione dell’intera teoria delle decorazioni, progettata in tutti i suoi dettagli e documentata dai disegni indicanti i bellissimi pannelli a stucco eseguiti dai maestri Antonio Tretanove e dai fratello Ballanti Graziani e dei disegni dell’ornato eseguito da Bertolani.

I dipinti furono realizzati a tempera su muro anziché ad affresco e ciò per una somma di ragioni che sono riassumibili in una maggiore velocità di esecuzione, una minore spesa e un risultato che lasciava i colori brillanti. Gli studi per i dipinti e per gli stucchi di Palazzo Milzetti del Giani fanno parte di diverse raccolte italiane e straniere e quella più significativa che riassume la creatività di questo artista è quella della collezione Cooper-Hewitt Museum di New York. 

Chi ha modo di visitare la deliziosa cittadina di Faenza, non può non mettere Palazzo Milzetti tra le mete da inserire in un giro turistico che consente l’esplorazione delle attrattive a disposizione di viaggiatori ed amanti dell’arte.

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