Il territorio

Piazza della Libertà: uno spettacolo faentino lungo secoli

Ciò che colpisce di Piazza della Libertà a Faenza è l’incredibile armonia che offre allo sguardo del visitatore che non può non notare gli stili differenti (e spesso contrastanti) delle costruzioni che cingono questo spazio. La piazza è attigua a Piazza del Popolo tanto che gli abitanti non ne fanno un vero e proprio distinguo, definendo queste due aree semplicemente con il titolo di ‘piazza’: in effetti, Piazza della Libertà è divisa dalla Piazza del Popolo solo dal tracciato di Corso Saffi e di Corso Mazzini che, però, ne offrono la contiguità ne barriere di sorta.

Piazza della Libertà è tuttavia stilisticamente molto differente, dominata com’è dalla poderosa facciata incompiuta del Duomo che viene preceduto da una significativa scalinata. Nella parte destra c’è la barocca Fontana Monumentale, risalente al 1621 che tuttavia non stride con il possente Duomo di stile rinascimentale. Svetta anche la Torre Civica, costruita in laterizio che posa su un basamento a bugnato e che fu totalmente ricostruita subito dopo la seconda guerra mondiale in quanto, quella originale fu fatta saltare in aria dalle truppe tedesche alla fine del ’44 durante la loro ritirata. Per la costruzione della nuova torre furono utilizzati materiali simili a quelli originari e le identiche fattezze. La Loggia dei Signori o degli Orefici che è di fronte al Duomo, ha origini seicentesche ed è caratterizzata dalle sue colonne in pietra gialla di Varignana che creano un deciso movimento alla piazza dove, sulla sinistra, si aprono edifici particolarmente eleganti realizzati agli inizi del Novecento che contemplano ricchi decori in stile liberty in ceramica e in ferro battuto.

E’ questo melange di stili che si evince in questa seconda piazza di Faenza che, tuttavia, risulta più che gradevole per via dell’inconsueta armonizzazione che sono riusciti a comporre. Notevole è la Fontana di Piazza della Libertà che risulta essere uno tra i più significativi monumenti cittadini e, grazie alla sua collocazione in pieno centro storico, anche un punto di riferimento per tutti. Fino agli inizi del XX secolo la fontana ricopriva anche una fondamentale funzione, ossia fornire ai faentini un’acqua più salubre di quella che il sistema dei pozzi interni di Faenza, andava a garantire perché spesso contaminata da liquami provenienti da fogne a dispersione. 

L’acqua è sempre stata un filo conduttore a Faenza tanto che fu tra i primi centri romagnoli di dotarsi di un acquedotto che, seppur fortemente circoscritto, fu una nota di vanto della comunità; si deve anche considerare che nel Rinascimento, un’altra fontana era presente presso il loggiato comunale a disposizione della popolazione. Verso la fine del XVI secolo, il frate Domenico Paganelli – in qualità di architetto pontificio - già incaricato di sovraintendere la costruzione del Duomo, fu incaricato dell’onere di portare l’acqua. Paganelli, dopo aver trovato un’acqua potabile presso la vicina località Cartiera, diede ordine di realizzare un acquedotto in terracotta che, dopo molte vicissitudini, fu terminato da un altro architetto, un certo Castelli, che lo ultimò nel 1621.

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